OSSIGENO-OZONOTERAPIA 2
Introduzione: breve storia dell’ossigeno-ozonoterapia
L'ossigeno-ozonoterapia (OO) è una pratica medica che, iniziata
negli anni '90 negli U. S. A., ha riscosso un interesse sempre crescente,
soprattutto per molte condizioni patologiche dove le terapie convenzionali
non hanno dato i risultati sperati o comunque in quei casi dove
in cui il paziente presenta intolleranza o allergia ai farmaci che
dovrebbe utilizzare per curare la propria condizione patologica.
L'OO è stata inizialmente osteggiata per un preconcetto scetticismo
di chi non voleva accettarne gli indubbi benefici dati al paziente
ma oggi è accettata come terapia riconosciuta dalla medicina convenzionale
in particolare dopo la nascita di varie comunità scientifiche internazionali
che hanno prodotto studi che ne comprovano l'efficacia dimostrata
non solo sul piano clinico ma anche radiologico mediante TAC e RMN
effettuate prima e dopo l'inoculazione di OO. Per alcune condizioni
patologiche, in particolare per le discopatie cervicali e lombari,
l'efficacia dell'OO è stata riconosciuta al punto che è effettuabile
nella regione Lombardia anche in convenzione con il S. S. N.. Inoltre,
dopo che nel 2001 ne fu perfino impedito l'effettuazione con una
discutibile circolare ministeriale abrogata poi da successiva sentenza
del T. A. R. del Lazio del 2003, è oggi una terapia a cui si può
accedere in totale sicurezza anche in un normale ambulatorio adeguatamente
attrezzato senza la necessità di recarsi in una struttura ospedaliera.
Inoltre recenti studi hanno esteso il campo di applicazione dell'OO
non più solo alle patologie muscolo scheletriche ma anche a ad altri
campi in particolare grazie alla pratica dell'autoemoterapia in
particolare nelle maculopatie retiniche senili, nella scelrosi multipla,
nelle ulcere cutanee, e nella fibromialgia.
CARATTERISTICHE MOLECOLARI DELL’OZONO
L'ozono (O3) è una forma allotropica dell'ossigeno (O2) e si
presenta a temperatura ambiente in forma di gas incolore con un
caratteristico odore acre e pungente da cui deriva il nome (dal
greco z = emano odore). A concentrazioni superiori al 20% può dare
fenomeni di autocombustione. E' un gas fortemente instabile. La
molecola dell'ozono è costituita da tre atomi di ossigeno ed ha
un peso molecolare di 48,00 dalton; presenta due caratteristici
picchi di assorbimento, uno a 253,7 nm e l'altro a 600 nm che possono
essere utilizzati per misurare la concentrazione di ozono mediante
l'uso del fotometro; la misurazione della concentrazione dell'ozono
prodotto da un generatore è un fattore di importanza fondamentale
in campo medico in quanto una concentrazione troppo alta o troppo
bassa rispetto al necessario può provocare l'inefficacia o la comparsa
di inutili rischi per la salute del paziente. Essendo l'ozono un
gas fortemente instabile, per essere utilizzato in medicina alle
giuste dosi questo deve essere prodotto al momento dell'uso e non
può essere né conservato né trasportato. Questo limite impone che
ogni ambulatorio medico adibito all'ozonoterapia deve essere dotato
di un generatore di ozono medicale, anche perché dal prelievo della
miscela dal generatore alla somministrazione della stessa al paziente
non devono passare che poche decine di secondi. L'ozono è un forte
agente ossidante, capace di reagire con sostanze organiche dotate
di doppio legame (insature). L'ozono agisce a livello del doppio
legame formando un ozonide primario che, essendo fortemente instabile,
si degrada dando origine ad un carbonile ed allo zwitterion. Quest'ultimo,
in presenza di acqua e sostanze reattive, forma perossidi
(come avviene negli esseri viventi).
EFFETTO SUI MICRORGANISMI DELL’O3
Uno dei numerosi pregi dell'O3 è il fatto di essere il più potente
antimicrobico presente in natura tanto da avere numerose applicazioni
anche industriali proprio per la capacità disinfettante che questa
molecola ha verso virus, batteri e miceti. L'O3, grazie al suo grande
potere ossidativo, è in grado di rompere i grossi componenti macromolecolari
che sono alla base dell'integrità vitale di cellule batteriche,
funghi, protozoi e virus. Questa sua potente azione disinfettante
ad ampio spettro d'azione viene utilizzata sia nella disinfezione
delle acque, per la potabilizzazione, che nel trattamento delle
acque reflue. Molti studi hanno inoltre dimostrato che l'ozono è
più efficace del cloro nell'eliminazione dei virus che trovano grande
vitalità nelle acque potabili (come ad esempio il virus EBOLA) ed
è largamente usato anche nell'igienizzazione delle piscine in quanto
comporta un risparmio dell'80% del Cl necessario per garantire un'adeguata
disinfezione e inoltre rende l'acqua più cristallina in quanto riduce
la concentrazione dei trialometani. L'ozono è anche impiegato per
la neutralizzazione dei gas di scarico industriali contenenti solfati
che sono molti sensibili all'ozono.
Altre applicazioni industriali dell'ozono sono nell'ambito dell'
idrocultura, della ceramica, della microbiologia, nell'ossidazione
dei materiali organici di sintesi, nella farmacia, nella raffinazione
dello zucchero e della carta come decolorante nella disinfestazione
di recipienti in vetro. Per queste caratteristiche il vantaggio
dell'O3 in medicina è che non esiste possibilità di provocare infezioni
(in particolare da saprofiti) inoculandolo anche nelle articolazioni
a differenza di altri farmaci come ad esempio il cortisone che non
hanno effetto disinfettante ma anzi provoca esso stesso infezioni
da batteri opportunisti in quanto provoca immunodepressione locale.
UTILIZZO DELL’O3 IN MEDICINA E I GENERATORI DI O3
L'O3 in medicina, come qualsiasi sostanza medicale, va utilizzata
delle modalità ben definite, in certi range di concentrazione di
utilizzo (tra 1 e 100 g/ml) e in determinate metodiche di somministrazione.
Come già anticipato a causa dell'elevata instabilità deve essere
inoculato poco dopo la preparazione ottenuta col generatore di O3.
In medicina l'ozono è utilizzato in forma di miscela O2/O3 definita
ozono medicale, le cui concentrazioni di ozono sono circa 40 volte
inferiori rispetto a quelle utilizzate in campo industriale.
Il tipico generatore di ozono medicale utilizza un flusso di O2
puro sottoposto ad una differenza di voltaggio tra i 5.000 e i 15.000
volt. Questa alta tensione viene spesa per scindere la molecola
di O2 sempre presenti in eccesso formando le molecole di ozono (O3)
che comunque non rappresentano più del 3% nella miscela di ozono
medicale. L'O2 che entra nel generatore deve avere una purezza superiore
al 99,5% in quanto nell'aria che ambiente si hanno concentrazione
di azoto (N2) di circa il 78% quindi nel generatore si formerebbero
ossidi di azoto (NO, NO2) altamente tossici e quindi una miscela
non utilizzabile a scopi medici. Invece attingendo l'O2 da un'apposita
bombola la miscela di O2-O3 viene smistata verso una valvola a due
uscite. Un'uscita è accessibile all'operatore per prelevare con
una siringa la miscela e l'altra è indirizzata verso un distruttore
catalitico di O3 (costituito da ossidi di palladio, nichel e manganese)
che ha la funzione di distruggere l'ozono che progressivamente si
forma ma non viene utilizzato.

La certezza di prelevare O3 alla concentrazione desiderata è
garantita dal fotometro che misura in tempo reale il quantità di
O3 in g/ml. I vecchi generatori avevano il limiti di non riuscire
a tenere costanti le concentrazioni di O3 prodotte e anche i fotometri
erano più imprecisi. I generatori di ultimo modello hanno risolto
questi inconvenienti e sono in grado di produrre l'O3 alle concentrazioni
desiderate con un margine di errore trascurabile tant'è vero che
oggi ogni apparecchio per OO ha la certificazione anche del fotometro.
Gli apparecchi per OO di ultima generazione sono dotati generalmente
di:
-
Check-Valve (da cambiare settimanalmente) per il prelievo
di O3 che la funzione di evitare la contaminazione con altri
gas e di evitare che la siringa venga a contatto con germi patogeni
grazie al filtro antibatterico;
-
Valvola di regolazione del flusso di O2 dalla bombola;
-
Tasti che attivano programmi pre-impostati per produrre concentrazioni
di O3 adeguate all’uso che se ne vuole fare;
-
Display che mostra la concentrazione di O3 in tempo reale;
-
Manometro.
USI TERAPEUTICI DELL'OO
L'uso dell'O3 in medicina è dettato dal fatto questa molecola
è in grado di produrre effetti sul metabolismo ed effetti biologici.
EFFETTI DELL'O3 SUL METABOLISMO
-
accelerazione dell'utilizzo del glucosio da parte delle cellule
che vengono a contatto con l'O3per aumentata glicosi con conseguente
aumento della disponibilità di ATP nei tessuti, soprattutto
quello nervoso;
-
intervento nel metabolismo delle proteine per la sua affinità
con i gruppi sulfidrilici,reagendo così con gli amminoacidi
essenziali come la metionina e il triptofano e con la cisteina
che contiene zolfo;
-
reazione diretta con gli acidi grassi insaturi che vengono
trasformati in composti idrosolubili (effetto fondamentale nell'azione
lipolitica evidente nelle lipodistrofie).
EFFETTI BIOLOGICI DELL'O3
-
nell'applicazione topica si ha disinfezione e azione diretta
trofica (effetto fondamentale sulle ulcere diabetiche e da ustione);
-
per la formazione di perossidi si ha un effetto antibatterico
ed antivirale sistematico. Il meccanismo antisettico è simile
a quello che l'organismo utilizza abitualmente con la formazione,
da parte dei leucociti adibiti alla fagocitosi batterica, di
una molecola a proprietà antiossidante, simile a quella dell'O3,
cioè H2O2 (perossido d'idrogeno). L'effetto germicidia dell'ozono
dipende soprattutto dalla presenza di acqua e dalle basse temperature.
Inoltre ha una grossa capacità di inattivare i virus (azione
virustatica) rendendoli incapaci di aderire con i recettori
cellulari sulla cellula bersaglio e quindi di replicarsi. L'O3
ha un'azione battericida diretta in particolare nei confronti
dei batteri Gram +;
-
a livello dei globuli rossi si ha un aumento della loro deformabilità
riducendo la viscosità ematica globale ( ) ed aumento del 2,3-difosfoglicerato
(responsabile della cessione di O2 da parte dell'emoglobina
ai tessuti) che ha, come fine ultimo, un netto miglioramento
dei trasporto di O2 (oxygen delivery) e quindi un'azione reologica.
INDICAZIONI ALL’OO
Tra le numerose patologie che si possono giovare dell'uso dell'ozono
medicale citiamo:
-
Patologie da carente apporto di ossigeno, come nei
problemi di circolazione arteriosa (es. arteriosclerosi) o venosa
(es. ulcere flebostatiche), ulcere da decubito dove, all'azione
trofica e di riepitelizzazione della autoemoterapia maggiore,
si associa l'uso dei sacchetti che hanno effetto topico disinfettante.
Maculopatia diabetica
Maculopatia ischemica
Maculopatia retinica degenerativa senile;
-
Malattie croniche. L'autoemoterapia maggiore trova
indicazione nei pazienti defedati perchè affetti da malattie
croniche (broncopneumopatie ostruttive, diabete, ecc.) oppure
perchè di età avanzata;
-
Malattie tumorali (es. plasmacitoma anche se complicata
da amiloidosi). La presenza di un tumore in atto può costituire
una controindicazione;
-
Malattie degenerative. Ultimamente si sta utilizzando
l'OO per alcuni tipi di malattie di tipo degenerativo su base
immunitaria (es. artrite reumatoide) oppure da cause tuttora
da definire come la sclerosi a placche o la sclerosi laterale
amiotrofica, che sembra avere una base fisiopatologica di origine
mitocondriale (con la RMN sono state più volte dimostrate riduzioni
delle placche sclerotiche dopo ciclo di OO). In questi ultimi
casi ho associato all'ozonoterapia anche farmaci intropi del
sistema nervoso centrale, arrivando nella maggioranza dei casi
a fermare il progredire della malattia e a consentire una notevole
remissione della sintomatologia in questi pazienti;
-
Decorso post-operatorio. L'uso della autoemoterapia
maggiore ha ridotto del 40% i giorni di convalescenza dopo interventi
altamente demolitivo;
-
Lesioni della pelle: piaghe da decubito, ustioni e
gangrene diabetiche, Ulcus cruris, funghi e parassitosi;
-
Malattie su base autoimmunitaria: tiroidite di Hashimoto,
Lupus eritematoso sistemico, eritema nodoso, malattie virali
su base autoimmunitaria (epatiti A, B, C), Aids, immuno deficienze
su base ignota, Herpes zooster e simplex.
-
Stati patogeni dell'osso: osteoporosi, osteogenesi
imperfecta di tipo I, II, III e IV;
-
Malattie dell'intestino: proctiti, coliti, rettocolite
ulcerosa, fistola anale;
-
Malattie gastriche: gastriti da Elicobacter pilori,
esofagiti;
-
Malattie del sistema scheletrico. Al primo posto ci
sono le ernie e le protrusioni discali,
che possono essere disidratate e quindi rientrare in sede con
puntureintramuscolari paravertebrali eliminando così la causa
del dolore. Le ernie possono essere a livello cervicale,
toracico, lombarte e possono essere singole o multiple. Il
soggetto già dopo pochissime sedute ha la scomparsa del dolore
e può riprendere la propria normale attività lavorativa. Le
coxo-artrosi e le gonartrosi possono essere curate
con infiltrazioni articolari di ossigeno-ozono abbinate alla
somministrazione di acido ialuronico.
CONTROINDICAZIONI ALL’OO
L’O3 non è un farmaco e quindi in realtà non sono presenti controindicazioni
specifiche se non:
-
lo stato di gravidanza accertato o sospetto;
-
lo stato defedato del paziente per presenza di grave cardiomiopatia,
broncopneumopatia, nefropatia, epatopatia solo per prudenza
anche perché alcuni recenti studi hanno dimostrato che anzi
l’OO può ridurre gli scompensi dati da queste condizioni;
-
l’ipertiroidismo;
-
il favismo per il rischio di emolisi indotta dall’O3 somministrato
con la grande autoemoterapia (GAET);
-
la presenza nota di tumore in atto se si pratica la GAET
in quanto paradossalmente un sangue ozonato potrebbe favorire
la crescita della neoplasia.
EFFETTI COLLATERALI DELL’OO
Bisogna distinguere fra complicanze relative alla tecnica di
somministrazione e a effetti diretti dovuti alla somministrazione
di O3.
-
Effetti indesiderati dell’O3 : L’O3 non è un farmaco
e come tale non provoca effetti collaterali, in particolare
di natura allergica e interazioni con altri farmaci. La somministrazione
di ozono viene in genere ben tollerata dal paziente che talora
può avvertire una sensazione di pesantezza e/o di lieve dolore
urente anche se questo generalmente accade quando si usano dosi
eccessive di. Tale fastidio è comunque di breve durata e a risoluzione
spontanea . Solo in casi eccezionali , lo stimolo doloroso indotto
dalla puntura dell’ago può indurre una crisi vagale (bradicardia,
calo presso rio e sudorazione) che per il carattere transitorio
il più delle volte non necessita di alcun intervento farmacologico.
Peraltro tale effetto indesiderato è generalmente legato a una
scorretta introduzione dell’ago o all’eccessivo quantitativo
o inadeguata concentrazione dell’O3 utilizzato. Sono stati descritti
alcuni isolati casi di embolia polmonare e/o cerebrale dovuti
all’utilizzo di OO. In realtà va specificato che l’O2 così come
l’O3 NON CAUSANO EMBOLI in quanto il sangue è
anzi avido di O2 e O3. I casi di embolia giunti anche alle cronache
giornalistiche sono dovuti al fatto che gli apparecchi utilizzati
erano di scarsa qualità e l’O3 non era stato iniettato in tempi
adeguati tanto che nel paziente non era stato iniettato O3 ma
aria contenente azoto (N), il quale può invece causare embolia.
Questi effetti collaterali non sono quindi dovuti all’O3 in
sé ma solo ad un suo inadeguato utilizzo. Qualora si debbano
usare grandi quantitativi di O3 (ad esempio nelle lipodistrofie)
è utile a scopo precauzionale sottoporre la paziente ad ecocardiogramma
per valutare la presenza di aneurismi del setto interatriale
che spesso si associano a forame ovale pervio (PFO) il quale
a sua volta può essere causa di embolia.
-
Complicanze relative alla tecnica: sono perlopiù dovute
all’azione traumatica dell’ago sulle strutture anatomiche incontrate
durante il suo avanzamento. Esse possono consistere in ematomi
(puntura di un vaso sanguineo), dolore o parestesie con distribuzione
radicolare all’arto inferiore (per contatto accidentale dell’ago
con la radice nervosa) e discite (infiammazione del disco intervertebrale,
nel caso della tecnica intradiscale). Anche in questo caso le
complicanze sono dovute all’errata tecnica utilizzata e pertanto
un ozono terapeuta esperto non dovrebbe incappare in questo
tipo di errori e nelle loro conseguenze. Sono stati descritti
in letteratura isolati casi di espulsione del disco nel canale
vertebrale utilizzando tecniche TAC guidate. Anche in questo
caso va specificato che se ci si attiene ai protocolli non c’è
il benché minimo rischio di avere complicanze del genere che
si verificano solo se i quantitativi di O3 sono eccessivi. E
pertanto si ribadisce che l’O3 è una tecnica assolutamente sicura
se praticata da medici esperti e con apparecchi di qualità e
di nuova generazione che assicurino un adeguato controllo sulla
concentrazione di O3 utilizzato.
LE TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE DELL’OO
-
Autoemoterapia: consiste nel prelievo di pochi
cc di sangue dal pz. (10 cc) che vengono ozonati e poi reinfusi
mediante iniezione intramuscolo se si utilizza la piccola emoterapia
(PAET) (oggi poco utilizzata per la sua scarsa efficacia) o
nel prelievo di maggiori quantità di sangue (200-300 cc) che
vengono poi reinfuse mediante gocciolamento se usa la GAET.
Apparecchi ormai vetusti utilizzano ancora le sacche mentre
quelli più moderni utilizzano bocce di vetro che contengono
già citrato che evita la coagulazione del sangue prelevato e
non necessitano di bilancino che tiene mobilizzato il sangue.
Questa metodica trova largo utilizzo nelle malattie autoimmuni,
nelle maculopatie e nelle emopatie
-
Sacchetti ozonati: questa metodica è applicata
principalmente nelle ulcere cutanee e consiste nell’isolare
la parte da trattare con un sacchetto sterile all’interno del
quale viene introdotto l’ozono
-
Acqua ozonata: consiste nella produzione di
acqua trattata con appositi apparecchi che la arricchiscono
di O3 per poterla poi bere in bottiglie che però devono essere
tenute a basse temperature. Questa metodica è particolarmente
utilizzata per malattie dell’apparato digerente quali gastriti,
retto colite ulcerosa e morbo di Crohn.
-
Olio ozonato: viene prodotto con una metodica
simile a quella dell’acqua e viene applicato in creme e gel
per problematiche cutanee sia di tipo infettivo che ulcerativo
-
Insufflazioni rettali: l’ozono viene introdotto
per via rettale mediante apposito insufflatore. E’ la metodica
di elezione nel trattamento della retto colite ulcerosa ma potrebbe
in futuro sostituire l’autoemoterapia grazie alla ricca vascolarizzazione
del plesso emorroidario.
-
Trattamento delle Lipodistrofie: Si usano aghi
da mesoterapia 4 mm 27 G e si iniettano 200 ml da distribuire
sull’arto inferiore facendo pomfi da 1-1,5 ml. Generalmente
viene praticato anche un massaggio drenante successivamente
al trattamento. Si effettuano 10 – 12 sedute in sei settimane
mediamente per avere dei risultati concreti.
-
Trattamento delle teleangectasie: Si usano
anche in questo caso aghi da mesoterapia da 4 mm 22 7 G che
vanno usati sul decorso del vaso che va incannulato. Si usano
5 ml a seduta. Mediamente sono sufficienti 1-2 sedute per area
da trattare a 60 mg/ml. E’ utile utilizzare fascia contenitiva
elastica dopo il trattamento per almeno 48 h.
-
Infiltrazione intra-articolare: vanno utilizzati
aghi e quantitativi diversi a seconda dell’articolazione da
trattare che va prima disinfettata con soluzione iodata e alcol.
Il numero di sedute e la concentrazione di O3 va adattato alla
patologia da trattare. Mediamente 4-5 sedute con 5-10 ml di
O3 a 12-16 mg/ml sono sufficienti.
-
Spalla: l’accesso posteriore è da preferire per la facilità
di trovare i punti di repere senza che peraltro s’incontrino
strutture danneggiabili. Si usa una siringa da 5 ml e ago
da 4 cm 23 G
-
Ginocchio: l’accesso anteriore è preferibile rispetto
agli altri per la maggiore facilità di esecuzione anche
in stati di osteoartrosi avanzata avendo però cura di non
danneggiare i menischi. Si usa una siringa da 5 ml e ago
da 4 cm 23 G.
-
Anca: l’accesso trocanterico è più semplice e non comporta
rischi per il paziente anche se c’è il rischio di non entrare
nell’articolazione. Questo fatto non comporta rischi per
il paziente ma semmai lo spreco dell’O3 inoculato. Si usa
una siringa da 10 ml ago da 4 cm 23 G. Si può utilizzare
anche l’accesso anteriore con eco guida (necessaria per
evitare di bucare l’arteria femorale) e ago da 9 cm 20 G
che consente di arrivare con più precisione al femore.
-
Gomito e caviglia: non è utilizzata in modo significativo
l’O3 terapia per questo tipo di articolazioni ma, qualora
ci si voglia servire di tale tecnica si usano siringhe da
5 ml con aghi da 2,5 cm 25 G.
-
Infiltrazione peritendinea: I tendini non vanno
MAI toccati con gli aghi in quanto si potrebbero
causare danni anche non più guaribili. Si può pertanto usare
una tecnica simile alla mesoterapia infiltrando il sottocute
con aghi da 4 mm 27 G oppure, se si vuole iniettare l’O3 direttamente
a sul tendine si usano aghi da 40 mm 25-27 G.
-
Infiltrazione della colonna vertebrale: Sono
diverse a seconda della gravità della condizione del paziente.
In sede ambulatoriale si praticano quella trans dermica (nei
casi in cui la lombalgia e/o cervicalgia non siano associate
alla presenza di discopatie) e quella paravertebrale mentre
quelle TAC guidate andrebbero eseguite preferibilmente in struttura
ospedaliera
-
Infiltrazione intraforaminale: avviene sotto guida TAC
e nel rispetto assoluto della sterilità (sia relativamente
al prelievo del gas con apposite siringhe sterili e filtri
antibatterici, e sia alla preparazione asettica della sede
di puntura), si accede per via percutanea tramite ago 25
G al forame intervertebrale da cui le radici nervose fuoriescono
dal canale vertebrale. Ottenuta la conferma radiologica
del corretto posizionamento dell’ago e dopo aver eseguito
il test di aspirazione (che scongiuri la puntura accidentale
di un vaso sanguineo), si procede alla lenta somministrazione
della miscela di gas in volumi e concentrazioni adatte alle
condizioni cliniche del paziente e comunque rispettose delle
indicazioni delle Linee Guida. La manovra viene eseguita
previa anestesia locale della cute con etil-cloruro spray
o iniezione di anesteticolocale.
-
Infiltrazione intradiscale : avviena anche
questa sotto guida TAC e nel rispetto assoluto della sterilità.
Si accede per via percutanea tramite ago 22G direttamente
all’interno del disco intervertebrale; dopo esecuzione della
discografia, si procede alla somministrazione della miscela
di O3 secondo le modalità sopra riferite. Anche per questa
tecnica , si esegue prima un’anestesia locale della cute
.
-
Infiltrazione paravertebrale: E’ la metodica più utilizzata.
Un volta individuato palpatorialmente lo spazio intervertebrale
da trattare, si procede alla somministrazione della miscela
di gas alla distanza di circa due cm. dalla linea mediana
delle apofisi spinose. La somministrazione dell’ozono viene
eseguita, previo test di aspirazione negativo, lentamente
e a diversi livelli di profondità: muscolare e sottocutaneo.
Anche in questo caso vanno garantite le norme di sterilità.
Non è necessario utilizzare l’anestesia ma è sufficiente
un impacco di ghiaccio prima e dopo la somministrazione.
Si somministrano mediamente non più di 40 ml di O3 (20 ml
per lato) con concentrazioni massime di 20 mg/ml. Si può
utilizzare siringa da 10-20 ml con ago da 4 cm 23 G (le
dimensioni dell’ago vanno in realtà adattate alla struttura
del paziente).
-
Infiltrazione trans dermica: Si usa un normale ago da
mesoterapia da 4 mm 27 G. L’O3 viene iniettato lungo la
linea paravertebrale facendo pomfi da 1 ml. Si usano al
massimo 40 ml a 20 mg/ml. E’ una tecnica poco utilizzata.
Quando il paziente viene sottoposto a OO per problemi relativi
al rachide è bene che cammini alcuni minuti prima di salire in auto,
che non stia seduto troppo tempo e che cambi spesso posizione. E’
opportuno praticare un massaggio dopo le infiltrazioni TAC guidate
sia per una riduzione del dolore dovuto all’infiltrazione sia per
ottenere una maggiore diffusione dell’O3.
Esempi di Infiltrazioni articolari



Utilizzo dell’O3 nelle patologie articolari in associazione
ad altre terapie
L'O3 non essendo un farmaco non presenta interazione o incompatibilità
con altri farmaci già assunti dal paziente anche per via locale
e non vi è alcun incremento di eventuali altri effetti collaterali
provocati da medicine già assunte dal paziente. Non vi è inoltre
incompatibilità con terapie fisiche e terapie motorie che il paziente
già segue. L'OO è sicuramente più efficace e comporta un minor numero
di sedute specialmente se associata a:
-
Terapia con Acido Ialuronico (AI): tale terapia si sta dimostrando
efficace specialmente sull'osteoartrosi (OA) di qualsiasi grado
e su sulla tendinopatia Achillea dove si è verificato anche
un danno (tipico delle distorsioni tibiotarsiche). Ovviamente
il peso dell'AI andrà ovviamente adattato al grado di OA;
Terapia con Onde d'urto. L'OO ha sicuramente un forte potere
antiflogisitico ma sicuramente non può produrre un effetto di
cavitazione come quello delle Onde d'Urto (ODU) in particolare
dove sia presente anche una tendinopatia calcifica, come ad
esempio nel comunissimo Morbo di Duplay (tendinopatia calcifica
della cuffia dei rotatori. E' però meglio non effettuare l'OO
nello stesso giorno della terapia con ODU in quanto l'effetto
antiflogistico dell'OO verrebbe vanificato dall'effetto irritativo
prodotto dall'effetto di cavitazione;
Terapie motorie/mobilizzazioni/massaggi che non presentano
controindicate ma anzi assolutamente indicate anche nel giorno
della seduta di OO in quanto la mobilizzazione dell'articolazione
comporta una maggior diffusione del gas.
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Dr. Marco Moretti
Specialista in Medicina dello Sport)