MORTE IMPROVVISA DI ORIGINE CARDIACA
LA MORTE IMPROVVISA DI ORIGINE CARDIACA: E' UN EVENTO IMPREVEDIBILE
O PUO' ESSERE IDENTIFICATA PER TEMPO?
La morte improvvisa cardiaca viene definita come un evento improvviso
in un soggetto apparentemente sano e privo di sintomi premonitori
dell'evento. Troppo spesso la gente comune e purtroppo a volte anche
personale sanitario ritengono che l'assenza di sintomi coincida
con l'assenza di malattia cardiaca potenzialmente letale e senza
il benché minimo preavviso. Infatti non è assolutamente vero che
il cuore dà segni premonitori delle proprie malattie perché purtroppo
spesso i primi sintomi precedono l'improvviso decesso del paziente
senza che sia possibile porvi rimedio. E' un evento che aumenta
in modo esponenziale con l'avanzare dell'età dopo i 35 anni.
Le cause di morte di origine cardiaca sono rappresentate da:
-
Infarto cardiaco causato da un restringimento delle coronarie,
i vasi che portano il sangue al cuore. Tale restringimento è
legato all'età avanzata, al fumo, al colesterolo elevato e all'ipertensione
arteriosa. In alcuni casi le coronarie possono essere pervie
ma malformate (decorso intramurario delle coronarie o origine
anomala delle coronarie per esempio). In questo caso l'infarto
può comparire anche in soggetti giovanissimi ben al di sotto
dei 35 anni.
-
Aritmia , cioè irregolarità del battito cardiaco, indicativa
spesso della presenza di coronaropatia grave o della presenza
di focolai "anarchici". Possono essere spesso più letali dell'infarto.
Può essere presente e letale a qualsiasi età.
-
Rottura di aneurisma dell'arco aortico. E' un evento causato
da un'alterazione delle dimensioni dell'arco aortico letale
più dell'infarto cardiaco. Può essere congenito, tipico del
giovane, o acquisito, tipico dell'età avanzata.
Erroneamente si ritiene che la morte di origine cardiaca sia
un evento imprevedibile e che in nessun modo possa essere prevenuto
anche sottoponendosi a esami di screening perché tanto un evento
letale può accadere anche se ci sottopone a controlli accurati.
Tutto ciò è assolutamente falso. Il test da sforzo è infatti un
esame assolutamente attendibile nell'individuare in modo precoce
la presenza di coronaropatie e aritmie potenzialmente letali ma
che non hanno ancora dato sintomi si sé. Nell'esempio indicato sotto
si vede il caso di un ciclista agonista asintomatico di 40 anni.
Il tracciato a riposo è normale ma sotto sforzo compaiono delle
gravi alterazioni della ripolarizzazione, indicative di coronaropatia,
confermata poi successivamente dalla coronarografia.
ECG a riposo di ciclista agonista e asintomatico
assolutamente normale.
ECG sotto sforzo dello stesso atleta con comparsa
di gravi alterazioni indicative di rischio d'infarto.
L'ecocardiogramma invece è l'esame più importante per evidenziare
delle malformazioni cardiache potenzialmente letali ma che non danno
segno di sè se non con il decesso del soggetto che ne è colpito.
Nell'immagine sottostante si vede un grosso aneurisma del bulbo
aortico con indicazione a immediato intervento chirurgico in un
soggetto di 38 anni asintomatico che si era sottoposto ad ecocardiogramma
casualmente.
Esempio di dilatazione del bulbo aortico con indicazione
chirurgica in un soggetto asintomatico.
Pertanto essendo il test da sforzo e l'ecocardiogramma due esame
assolutamente efficaci nell'individuare precocemente il rischio
di morte improvvisa di origine cardiaca nell'atleta e nel sedentario.
E' pertanto fondamentale sottoporsi almeno una volta all'anno a
test da sforzo e almeno una volta ogni due anni a ecocardiogramma
per individuare precocemente coronaropatie e malformazioni cardiache
che, pur non dando segno di sè, possono risultare letali senza nessun
preavviso.
Dr. Marco Moretti
Specialista in Medicina dello Sport)